Retroscena di un romazo zombie

lunedì 14 novembre 2016

Oggi voglio parlare di cosa si nasconde dietro il lavoro che ho compiuto su mio libro La mia vita tra gli zombie: cronaca di un contagio. Come per ogni scrittore, l'idea è nata dopo aver letto il primo capitolo di Apocalisse Z di Manel Laurerio che io trovo bellissimo. Peccato che i capitoli successivi si siano spenti, annoiando il lettore. E' evidente che sono stati scritti perché l'autore ne è stato costretto. Infatti i capitoli successivi non sono nemmeno stati pubblicati dalla medesima casa editrice e li abbiamo in edizione italiana solo grazie alla casa editrice Nord che si occupa solo di horror.  
Da allora mi sono appassionata ancora di più al genere apocalisse e zombie. Senza parlare ovviamente di The Waking Dead e devo dirlo, sono innamorata pazza di Rick e a lui ho dedicato il mio protagonista maschile, Michael Blackwood. Un eroe pieno di responsabilità e dalla mente non sempre stabile ma forte come una roccia.
L'ambientazione di apertura è il Montana, uno stato davvero incantevole. Io ci sono stata con i miei e devo dire che meritava una menzione nel mio libro. I luoghi citati nei primi capitolo esistono veramente e se volete potete controllare on line, digitando gli indirizzi e nomi dei locali. Anche l'indirizzo di casa della protagonista. Su Google Maps vi ritroverete davanti una bella villetta a due piani. Idem per il centro di ricerca di Livermore e il porto di San Leandro.
Un appunto per chiunque giudichi il libro. RICORDATE CHE SI TRATTA DI UN ROMANZO DI FANTASCIENZA SUGLI ZOMBIE! Non è un trattato scientifico e quindi non si può giudicarlo per le cose assurde che possono accadere. Se cercassimo la realtà nei libri di fantasia allora Stephen King sarebbe morto di fame, non esisterebbero Edward Cullen e Bella; e Dracula giacerebbe nella sua bara, dimenticato da tutti.
Grazie a chi ripone fiducia in quello che scrivo. Ora sto preparando un romanzo romantico che uscirà tra Aprile e Giugno.

Primo commento positivo e primo negativo

sabato 12 novembre 2016

Come tutti gli autori, specie quelli come noi, indipendenti, dobbiamo fare i conti con i commenti. Il mio libro è uscito da meno di un mese e é stato giudicato, per ora, da due persone. Il primo è stato da quattro stelle su Amazon, il secondo da una. Entrambi i commenti hanno sottolineato il fatto che ci sono degli errori e con i prossimi romanzi provvederò a usufruire di un aiuto professionale. La cosa che mi sconcerta é il commento negativo che mi stronca. Sapete perché? Mi colpisce nel vivo, nel mio stile di scrittura. Parla di una pessima traduzione quando io non ho tradotto un bel niente, ma ho scritto proprio in italiano e, da laureata in lettere, mi sento proprio offesa e mi fa porre delle domande sulla mia reale bravura e sulla conoscenza del mio italiano. Sono davvero tagliata per questa arte? Oppure non sono così pessima? Il primo recensore definisce il libro Piacevole e scorrevole e la cosa mi rincuora ma ciò non basta. Mi chiedo però se le recensioni negative non siano effettivamente mosse da qualcuno che ha interesse ad affossare i libri dei liberi autori.
Ecco il link e il libro è La mia vita tra gli zombie: cronaca di un contagio
 

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